La contraerea da schierare

 

Le armi (personali e collettive) valide per essere sempre pronti a respingere gli assalti dei i fastidiosi insetti (da  Corriere della Sera/Salute  23/04/2013)                       

 
Su circa un milione e cinquecentomila specie di animali, di cui circa la metà costituita da insetti, le zanzare, almeno alle nostre latitudini, sono senza dubbio tra quelli considerati più seccanti e fastidiosi. E se la stagione inclemente ci ha tenuto finora più o meno al riparo da guai, il momento delle zanzare sta comunque per arrivare. In Italia tre sono le zanzare più comuni: la Culex pipiens, amante della vita cittadina e delle ore notturne, l’Aedes caspius, che è invece di abitudini campagnole e predilige le zone costiere e pianeggianti, e la temutissima Aedes albopictus, o zanzara tigre. Il nome inquietante le deriva dall’aspetto: è nera, con strisce bianche su zampe e addome, ma anche dal carattere particolarmente aggressivo, punge quando meno te lo aspetti, di giorno, ed è molto diffusa nelle zone urbane specie del Centro Nord. È arrivata in Italia solo all’inizio degli anni ’90, provenendo da Giappone e Stati Uniti e può essere vettore di virus e malattie, soprattutto Dengue e Chikungunya.

Quali armi abbiamo per difenderci contro tutte queste zanzare? E le “armi” non saranno a loro volta dannose per la nostra salute? Lo abbiamo chiesto a Romeo Bellini, entomologo e responsabile del Centro Agricoltura e Ambiente dell’Emilia Romagna.
«Purtroppo non ci sono grandi novità in questo settore. O meglio, una novità ci sarebbe, ma non è certo positiva: in epoca di economie e di tagli, i Comuni tendono a risparmiare anche sulla prevenzione e la lotta alle zanzare, diventa sempre di più un problema dei privati cittadini».

E, allora, che cosa consiglia di fare?
«Non posso che ripetere le solite raccomandazioni: utilizzare le zanzariere, che sono efficaci ed evidentemente prive di “effetti collaterali”, e poi servirci del solito arsenale. Innanzitutto dei repellenti da spalmare sulla pelle».

Come funzionano questi repellenti e perché allontanano le zanzare?
«Questi insetti vedono male, distinguono solo buio e luce e i diversi gradi di luminosità; vivono quindi in un mondo di odori. I repellenti confondono il loro sistema percettivo: i palpi – gli organi di senso, insieme alle antenne – delle zanzare non riescono più a individuarci; insomma, il repellente crea un effetto confusione e la zanzare va altrove a cercare nutrimento. In ogni caso, va detto che i repellenti chimici sono più efficaci di quelli naturali. Ma non ci sono solo i repellenti. Sono utili anche i fornelletti, da usare con criterio e da non tenere in funzione 24 ore su 24; i tradizionali zampironi – che, ricordiamo, sviluppano fumi non privi di una certa tossicità – e le bombolette spray, che pure vanno usate con prudenza, arieggiando bene le stanze dopo averle utilizzate. Questi tre mezzi non si limitano ad allontanare le zanzare: le uccidono».

Ci sono anche altri metodi, per esempio i repellenti a ultrasuoni, che molti preferiscono perché senza rischi per l’uomo, come mai non li sta citando?
«Perché non si sa con certezza se funzionino. Prendiamo i repellenti a ultrasuoni: non c’è dimostrazione scientifica del tutto convincente di efficacia. Peccato, perché dovrebbero colpire le femmine fecondate, le uniche a pungere l’uomo quando vanno alla ricerca di un nutrimento ricco: uccidere le zanzare fecondate significherebbe interrompere il ciclo riproduttivo. I maschi di zanzara, che vivono poco e farebbero comunque poco danno, si accontentano invece di sostanze zuccherine (tipo nettare)».

E i fili di rame nei sottovasi, di cui tanto si è parlato, servono a qualcosa?
«Servirebbero, ma nei sottovasi, che con le loro acque stagnanti sono un ottimo habitat per le larve di zanzara tigre, fatalmente cade della terra, la terra finisce sui fili di rame e questi smettono di emettere gli ioni dannosi per le zanzare. Nelle linee guida che ci vengono richieste da vari enti pubblici abbiamo eliminato il rame dai rimedi consigliati, mentre diciamo sempre di non tenere acqua nei sottovasi, acqua che per altro fa male anche alle nostre piante».

Che cosa ci dice dei pipistrelli, sono utili?
«Lungi da me parlare male dei pipistrelli e non contribuire alla loro “rivalutazione”, ma, a parte il fatto che non è detto vogliano stabilirsi nell’accogliente “bat” casetta che viene loro preparata (esattamente come non è detto che vogliano farlo gli uccellini ai quali avete preparato un bel nido), i pipistrelli non sono particolarmente attratti dalle zanzare. Poiché cacciano grazie al loro sistema ad ultrasuoni è più facile che intercettino insetti che volano in sciame, o comunque più grossi delle zanzare, e quindi più “percepibili”. Quanto alla zanzara tigre – per la quale sono stati indicati come rimedio sovrano -, non è probabilissimo che sia preda di un pipistrello, perché lei punge soprattutto di giorno e lui si nutre di notte, lei vola radente al suolo o agli arbusti e lui vola alto».

Gerani, citronella, basilico, piantati nei vasi del balcone, o nei giardini, sono utili per allontanare le zanzare? E che ne pensa di una pianta, che adesso va di moda come anti-zanzara, la Catambra?
«Gerani, citronella, basilico in vaso servono a poco; altrettanto dicasi per la Catambra, anche se viene pubblicizzata proprio perché sarebbe dotata di una potente azione repellente anti-zanzare grazie al catalpolo, una sostanza naturale che contiene in elevata quantità. Mai vista una dimostrazione scientifica della sua efficacia. Temo sia una leggenda. Ma la pianta è bella. Vorrei invece citare uno studio pilota, cui ho partecipato, che sembra indicare una via promettente: in Emilia Romagna abbiamo allevato e poi sterilizzato con raggi gamma, maschi di Aedes albopictus che, una volta rilasciati nell’ambiente, si sono accoppiati con zanzare dando però origine a uova destinate a non produrre alcuna progenie».

Visto che ci sta togliendo tante illusioni, forse è anche falso il fatto che le zanzare prediligano alcuni e trascurino altri?
«No, qui c’è del vero. Per esempio, le zanzare prediligono i colori scuri, specie il nero. Una ragione in più per preferire, con il caldo, abiti con colori chiari. Anche una temperatura corporea più alta della media e, quindi, una maggiore emissione di vapore acqueo attira le zanzare che, come gran parte degli insetti, amano l’umidità. Poi ci sono sostanze che contribuiscono a darci un odore più o meno attraente e che costituiscono il “blend” personale di ognuno di noi. Ma come ci può rendere involontariamente graditi alle zanzare, ci può rendere sgradevoli. Per esempio a chi va in Africa, in zone a rischio malaria, si consiglia di arricchire la dieta con vitamina B12 che, una volta metabolizzata dal nostro organismo, sembrerebbe, sottolineo “sembrerebbe”, produrre un odore che disgusta la zanzare anofele».