Evitiamo le cadute e le fratture con la pulizia da ghiaccio e neve


La Processionaria (popolarmente riconosciuta sotto il generico nome di Bruco Peloso) è un insetto lepidottero del quale sono note almeno 40 specie differenti, e tra le più diffuse vanno senza dubbio elencate la Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) e la Processionaria della quercia (Thaumetopoea calipse). Sono queste infatti le piante maggiormente infestate da questa farfalla notturna appartenente ai Notodontidi ma essa non disdegna in alcuni casi di “accasarsi” in cedri, noccioli, castagni, faggi, e betulle. Allo stato larvale causano seri danni (necrosi) a foglie e rametti, lasciando le piante defogliate dalla fine dell’autunno fino all’inizio dell’inverno.
La Processionaria, così denominata per la caratteristica disposizione che assumono i bruchi marciando per file ordinate, può rappresentare un pericolo non solamente per la flora ma anche per esseri umani e animali: i peli urticanti infatti degli insetti ALLO STATO LARVALE sono in grado di provocare reazioni allergiche più o meno gravi, da semplici eritemi a difficoltà respiratorie incluso anche il raro ma possibile shock anafilattico. Tali peli urticanti sono presenti su tutto il corpo della larva, in particolare sul dorso, e si possono staccare per svariate cause (dall’involontario contatto con esse alla separazione causata semplicemente dal vento) ed entrare in contatto con il corpo umano o di animali con le seguenti modalità:
– per INALAZIONE provocando irritazione alle vie respiratorie (starnuti, infiammazioni delle gola e delle vie respiratorie, broncospasmi);
– per CONTATTO CUTANEO provocando eruzioni cutanee di varia entità;
– per CONTATTO AGLI OCCHI provocando congiuntivite, rossore, fastidio, infiammazioni di varia entità.
In tutti questi casi è fortemente consigliabile rivolgersi a personale medico competente.
Con particolare riferimento agli animali, oltre a quando sopra detto, è molto frequente il contagio per INGESTIONE, spesso conseguente al brucare l’erba (cavalli, bovini,ecc) o semplicemente all’annusare il terreno (gatti, cani, ecc) o all’ingestione delle larve da parte dell’animale, anche per semplice curiosità: sintomi frequenti sono rappresentati da eccesso di salivazione, vomito, diarrea, inappetenza , e possono portare se sottovalutati o non curati anche al soffocamento. Tali sintomi devono immediatamente farci insospettire e richiedono un consulto veterinario.
Come difenderci? Come salvaguardare noi stessi e l’ambiente? Diverse sono le tecniche, le strategie ed i mezzi utilizzabili. Tra questi pare opportuno ricordare: ENDOTERAPIA consistente nell’immettere sostanze insetticide direttamente dentro l’albero; TRAPPOLE MECCANICHE che utilizzano i Ferormoni ossia sostanze chimiche rilasciate dalle femmine del bruco durante il periodo dell’accoppiamento e che sembrano non risultare tossiche per l’uomo; DISTRUZIONE MECCANICA DEI NIDI; LOTTA BIOLOGICA mediante l’uso di prodotti a base di Bacillus Thuningienis Kurstaki (un batterio che paralizza i centri nervosi di molte specie di bruchi) e LOTTA CHIMICA utilizzando sostanze quali il Diflubenzuron e il Carbaril.
Queste due ultime tecniche sono effettuate tramite la diffusione area specie attraverso atomizzatori di ultima generazione.
Secondo una notizia ANSA del 5 giugno 2012 uno studio di Dave Hu, dell’Istituto di Tecnologia della Georgia (USA), relativo alla costruzione di minuscoli robot volant, sarebbe stato ispirato dal modo in cui le zanzare riescono a sopravvivere alla collisione con le gocce di pioggia durante il volo. Secondo tali studi, infatti, i “corpi leggeri delle zanzare le aiutano a sopravvivere alla collisione mentre il loro esoscheletro contribuisce ad assorbire una parte della forza d’urto”.
E’ ancora una volta confermato il fatto che la resistenza delle zanzare alle gocce d’acqua (e ai liquidi in generale) è molto elevata ed è proprio per questo motivo che la maggior parte dei sistemi e metodi di lotta alle zanzare , Comune e Tigre, sono molto spesso inefficaci (come ad esempio le ormai obsolete “pompe a spalla”).
Uno metodo e un attrezzo realmente efficaci (in grado cioè di raggiungere l’obiettivo prefissato) ed efficienti (massimo risultato con il minimo sforzo) sono oggi quelli capaci di nebulizzare una soluzione insetticida in piccolissime gocce, tali da non permettere all’insetto di trovare una “via di scampo” e di rimanere avvolto in una “bolla asfissiante”. Tutto ciò deve avvenire ovviamente nella massima sicurezza e praticità d’uso.
Proprio nella consapevolezza della fragilità dei metodi di lotta agli insetti fino ad oggi in commercio e grazie ad una pluriennale esperienza nel settore è stato ideato, e ora commercializzato Soffy, il primo nebulizzatore per un trattamento “fai da te”. Riusciranno un giorno a costruire un robot volante in grado di sfuggire a Soffy?
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Di insetti ce ne intendiamo
Viviamo a ridosso del delta del fiume Po in terre che per secoli hanno lottato contro le acque salmastre e paludose. La meravigliosa zona in cui viviamo oltre ad una natura unica in Italia ed una vegetazione rigoliosa, comporta anche alcuni spiacevoli inconvenienti come la presenza di molte zanzare e vari insetti fastidiosi.
Ampia diffusione e adattabilità
Negli ultimi anni questi insetti, unitamente ad altre specie di recente importazione, si sono adattati perfettamente alle condizioni cittadine, tanto che anche le grandi metropoli sono ogni estate in piena emergenza .
Esperienza
La nostra esperienza e conoscenza dei metodi di disinfestazione ha dato lo spunto all’ideazione di questa semplice ma efficace innovazione che abbiamo chiamato Soffy
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Non ci crederete ma le zanzare hanno i loro gusti “alimentari. Sarà capitato a chiunque infatti di osservare che in gruppo di persone esposte all’assalto delle voraci predatrici alcune persone sono “colpite” maggiormente rispetto ad altre. Quale la causa di queste “preferenze”? Simpatia? Antipatia? Nulla di tutto questo ma semplicemente caratteristiche fisiche e genetiche di ognuno di noi. Molte ricerche e molti siti (si veda ad esempio Focus.it dell’agosto 2009) hanno riportato che solamente la zanzara femmina succhia il sangue agli uomini e agli altri animali e ciò che le attrae particolarmente sono soprattutto determinati componenti chimici del nostro corpo, in primis steroidi e colesterolo presenti sulla pelle (da non confondere con quelli del nostro sangue): gli uomini e le donne che ne quantità minori rispetto agli altri hanno una probabilità notevolmente inferiore di subire punture rispetto ad altri.
Anche la quantità di anidride carbonica emessa durante la respirazione (particolarmente rilevante in persone obese, donne incinte, sportivi), prosegue l’articolo, così come maggiori quantità di acido urico e acido lattico presenti nel nostro corpo, sono in grado di rappresentare un vero e proprio radar per le zanzare, anche a diversi metri di distanza. Non resterebbe quindi ai poveri “eletti” (loro malgrado) altro che rassegnarsi a costituire il “piatto” preferito dei fastidiosissimi e ronzanti insetti estivi.Tutto comunque può essere utile a combatterle, dai cerotti o braccialetti alle candele, dalle lampade ai repellenti in genere (attenzione a quelli che contengono troppo DEET avverte anche il Ministero della Sanità) ma ovviamente non sempre essi risultano efficaci e inoltre non sono disponibili in tutte le occasioni. Anche la tecnologia e il suo costante progresso viene in soccorso all’uomo come ad esempio con nebulizzatori di ultima generazione, facilmente utilizzabili, maneggevoli ed ad un costo alla portata di tutte le tasche (specie nel periodo attuale di profonda crisi economica). Essi sono particolarmente efficaci nell’ambito domestico ma ne esistono anche per spazi di maggiori dimensioni. Oltre a quanto sopra non bisogna inoltre dimenticare che le zanzare sono portatrici di alcune malattie estremamente pericolose sia per l’uomo che per gli animali domestici (l’Aedes Koeicus può trasmettere la filariosi al “migliore amico dell’uomo”).
Riportiamo un interessante articolo tratto da ” Il resto del carlino ” dove si evidenzia il problema della Zanzara Tigre e le sue conseguenze che sfociano oltre al semplice fastidio.
Soffy può aiutare a prevenire i rischi di malattie tropicali che questi insetti portano con se.
Nella morsa dell’afa: malattie tropicali in agguato
Nel 2010 due casi a Reggio. Si teme anche la Chikungunya che colpì in Romagna
Zanzara tigre
Reggio Emilia, 20 giugno 2012 – Dengue e Chikungunya. Due nomi stranieri che indicano patologie veicolate dalla zanzara tigre. Sono tipiche delle zone tropicali, dell’India o America del Sud. Malattie arrivate anche a Reggio; nel 2010, per esempio, sono stati registrati due casi di dengue.
Non a caso, dal 15 giugno, è attivo il «Piano regionale sulla lotta alla zanzara tigre e la prevenzione della Chikungunya e della Dengue». Si tratta di patologie generalmente non mortali, ma che provacano febbre elevata, dolori articolari e muscolari.
«Si possono riconoscere per l’esordio improvviso, la febbre sopra i trentotto gradi e un male fortissimo alle articolazioni — spiega il dottore Gian Luigi Belloli, Servizio Igiene e sanità pubblica dell’Ausl —. Sono malattie di ‘importazione’». Alla base di queste patologie c’è sempre una persona che è rientrata da un viaggio all’estero, per lavoro o per far visita ai parenti in patria, che è stata punta dalla ‘Aedes albopictus’, la zanzara tigre. In questo modo, al proprio rientrio, la persona ‘infetta’, diventa un serbatorio per i vettori (le zanzare tigri già presenti sul nostro territorio), diffondendo la malattia.
Il piano regionale per la prevenzione prevede «una stretta sorveglianza e la rapida segnalazione di ogni caso, anche solo sospetto». «Non esistono vaccini per la Chikungunya, ne stanno studiando uno per la Dengue — continua il dottor Belloli —. Non si tratta di malattie mortali, il problema è per gli anziani con situazioni già compromesse».
Durante l’epidemia in Romagna, nel 2007, proprio un anziano è deceduto a causa della zanzara tigre. «L’immigrazione e gli spostamenti delle popolazioni incrementano il proliferare di queste malattie virali — prosegue Belloli — ma è sempre la zanzara che fa da vettore, non esiste trasmissione tra esseri umani». Per questo è importante intervenire sulla proliferazione degli insetti, in particolare della specie ‘tigre’.
Altra patologia legata alle punture da zanzare è la ‘west nile disease’. Questa volta è trasmessa dalle zanzare comuni. «Nell’uomo la malattia si manifesta con febbre e dolori muscolari ma si verificano anche forme meningitiche, un caso su centocinqua si complica con encafalite — sottolinea il dottor Belloli —. In questo caso però l’uomo non fa da ‘serbataio’, si ammala e basta. Nel caso una zanzara lo punga, quest’ultima non viene infettata».
FONTE:
http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio_emilia/cronaca/2012/06/21/732316-afa-zanzara-tigre-prevenzione.shtml
Magagnini Enrico
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