Evitiamo le cadute e le fratture con la pulizia da ghiaccio e neve

Il 21 dicembre è il giorno in cui ufficialmente all’arriva l’inverno (nell’emisfero boreale). Ma non occorre guardare il calendario per accorgersi che la situazione meteorologica è nettamente cambiata, si potrebbe dire addirittura capovolta. A parte le preferenze e opinioni personali sul tema “meglio il freddo”, “meglio il caldo” c’è un elemento di fondamentale importanza che non può non accomunare  tutti: la salvaguardia della nostra SALUTE, sia per quanto riguarda il rischio influenzale ma anche e soprattutto per quanto riguarda il rischio fratture ossee. Nel periodo invernale infatti sono particolarmente frequenti, addirittura  si pensi che la frattura del femore nelle persone anziane raggiungono in tale periodo un incremento del 40% e obbligano a 90000 ricoveri annui tra gli over 65 ( i dati sui ricoveri sono tratti da libero quotidiano.it). 
 
Giaccio e neve sono elementi particolarmente pericolosi soprattutto in ambito domestico; quando ricoprono scale esterne, marciapiedi, piccoli sentieri che conducono dall’abitazione alla strada principale: sono una vera e propria spada di Damocle sopra la nostra testa  che mette in serio pericolo la nostra incolumità. Nei giorni più freddi non vi è telegiornale, radio, o giornale nel quale viene raccomandato, in particolare alle persone anziane, di non uscire di casa. Ma come evitare di  fare qualche metro anche solo per andare a ritirare la posta nella buchetta? O per portare fuori la spazzatura? 
SOFFY CONSIGLIA GRANOMAX
Sarebbe quindi necessario un attrezzo di facile utilizzo e maneggevolezza da utilizzare nei casi specifici sui balconi di casa, sulle scale, sui marciapiedi, ecc;  A tal riguardo sembra importante fare sapere che  è da poco in commercio un particolare Spargisale manuale ( Granomax,  rintracciabile in molti punti vendita tra i quali anche sul sito e-commerce www.Soffy.it – a breve l’aggiornamento della vetrina) che permette di spargere sale in modo uniforme, veloce e con un gettito che può arrivare fino a 2 metri di larghezza. Inoltre consente di evitare di venire a diretto contatto con le mani e quindi a cascata con gli occhi, evitando eritemi e bruciori.
 
Inoltre lo stesso attrezzo Granomax è utilizzabile per numerosi  altri scopi: per la distribuzione di sementi e concimi (per avere un prato verde e uniforme, senza “vuoti”), ma anche per  spargere sabbia , insomma un vero e proprio attrezzo multiuso che ci aiuta nell’uniformità della distribuzione  e che nei casi di necessità come per le “trappole” disseminate dal ghiaccio e dalla neve possono evitare di farci passare “vacanze” obbligate presso i Pronto Soccorsi .                                                                                                                                                                            
 

West Nile, un luogo lontano ma un nemico vicino

La WEST NILE FEVER è una malattia infettiva provocata da un virus appartenente alla famiglia dei Flaviviridae,  isolato per la prima volta in Uganda (nel distretto West Nile ) nel 1937  in una donna che soffriva di febbre particolarmente alta. Da allora si è velocemente diffusa in molte altre zone, principalmente in Africa ma anche verso il Medio Oriente, l’Asia, l’Europa e negli ultimi anni anche verso gli Stati Uniti.
 
CHI COLPISCE E COME SI TRASMETTE: Ad esserne colpiti sono sia gli uomini che gli animali, in particolare modo gli equini, ma in alcuni casi anche gatti, cani, conigli ed altri. NON si trasmette da persona a persona e sono le ZANZARE, in particolare il genere CULEX, a rappresentare il principale vettore di trasmissione del virus . Gli uccelli migratori o domestici poi costituiscono serbatoi di infezione, nei quali il virus può resistere anche per diversi mesi.
 
SINTOMI E CURE: Nella maggior parte dei casi in cui l’uomo viene colpito da questo virus i sintomi e le conseguenze sono di entità lieve: febbre, mal di testa, tosse, nausea, dolori muscolari. Le cose però si possono complicare, specie in soggetti anziani, deboli, o immunodepressi, portando anche all’ospedalizzazione: oltre ai sintomi precedenti il contagiato può presentare disturbi della vista, tremori, disorientamento, convulsioni, e perfino paralisi e coma (circa 1 su 150). In un paziente su mille il virus può essere causa di encefalite letale (dal 3 al 15 per cento dei soggetti colpiti). Per quanto riguarda le CURE è purtroppo necessario sottolineare che non esistono trattamenti specifici ma è possibile solamente attenuare i sintomi della febbre. Per quanto riguarda gli equini invece dal 2009 è disponibile un vaccino somministrabile da personale sanitario autorizzato.
 
PREVENZIONE: E’ una fattore di estrema importanza  e la massima prevenzione coincide con l’utilizzo di tutti i mezzi, le tecniche e le strategie oggi a disposizione contro la riproduzione della zanzara cercando di evitare il più possibile l’esposizione alle punture di questo fastidioso (e ora anche pericoloso) insetto. Spazio quindi a zanzariere, insetticidi, eliminazione di raccolte di acqua stagnante e soprattutto spazio alla disinfestazione da attuare tramite professionisti ma oggi anche “fai da te” grazie a progresso della tecnologia che ha messo a disposizione tecniche e mezzi sempre più efficaci e allo stesso tempo semplici ed economiche come  gli atomizzatori elettrici o a scoppio  di ultima generazione.
 
ZONE A RISCHIO: La diffusione del virus è oggi a livello mondiale: in Italia molte regioni hanno avuto casi di infezione nell’uomo, in particolare il Veneto (Rovigo, Venezia, Treviso), l’Emilia Romagna (Ferrara, Bologna), la Lombardia, e nel 2011 anche la Sardegna. Il contagio di equini costituisce un fenomeno molto più vasto. Da ricordare che le zone adiacenti a fiumi e bacini lacustri essendo un habitat ideale per la proliferazione delle zanzare  sono senza dubbio esposte a rischi di contagio maggiori.
 
Appare quindi evidente che il West Nile Virus costituisce oggi un problema da non sottovalutare ma da combattere con una prevenzione incessante e mirata attraverso la lotta alle zanzare, principale fonte di contagio della malattia. Inoltre come ha sottolineato il Professor  Giorgio Palù, Direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’ Università di Padova all’indomani della pubblicazione dei risultati di una ricerca da lui eseguita insieme alla sua equipe, pubblicata su Eurosurveillance, le continue mutazioni hanno portato a dimostrare l’esistenza di un nuovo ceppo del virus per cui occorre non abbassare la guardia. “Un nemico l’abbiamo già in casa e lo teniamo sotto controllo, ma alle porte ci sono ben altre insidie” ha sottolineato lo stesso Prof. Palù, indirizzandosi principalmente verso amministratori e operatori della sanità, ma allo stesso tempo verso i cittadini tutti.
 
Principali riferimenti normativi in Italia:
–  Decreto Ministeriale 29/11/2007 “Approvazione del Piano di Sorveglianza Nazionale contro la encefalo mielite di tipo West Nile”;
–  Circolare Ministeriale 21/07/2010 “Sorveglianza della Malattia di West Nile in Italia”;
–  Nota esplicativa della Circolare del Ministero della Salute 21/07/2010.

Processionaria: un nemico da non sottovalutare

La Processionaria (popolarmente riconosciuta sotto il generico nome di Bruco Peloso) è un insetto lepidottero del quale sono note almeno 40 specie differenti, e tra le più diffuse vanno senza dubbio elencate la Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa) e la Processionaria della quercia (Thaumetopoea calipse). Sono queste infatti le piante maggiormente infestate da questa farfalla notturna appartenente ai Notodontidi ma essa non disdegna in alcuni casi di “accasarsi” in cedri, noccioli, castagni, faggi, e betulle. Allo stato larvale causano seri danni (necrosi) a foglie e rametti, lasciando le piante defogliate dalla fine dell’autunno fino all’inizio dell’inverno.

La Processionaria, così denominata per la caratteristica disposizione che assumono i bruchi marciando per file ordinate, può rappresentare un pericolo non solamente per la flora ma anche per esseri umani e animali: i peli urticanti infatti degli insetti ALLO STATO LARVALE sono in grado di provocare reazioni allergiche più o meno gravi, da semplici eritemi a difficoltà respiratorie incluso anche il raro ma possibile shock anafilattico. Tali peli urticanti sono presenti su tutto il corpo della larva, in particolare sul dorso, e si possono staccare per svariate cause (dall’involontario contatto con esse alla separazione causata semplicemente dal vento) ed entrare in  contatto con il corpo umano o di animali con le seguenti modalità: 
– per INALAZIONE provocando irritazione alle vie respiratorie (starnuti, infiammazioni delle gola e delle vie respiratorie, broncospasmi);
– per CONTATTO CUTANEO provocando eruzioni cutanee di varia entità;
– per CONTATTO AGLI OCCHI provocando congiuntivite, rossore, fastidio, infiammazioni di varia entità. 
In tutti questi casi è fortemente consigliabile rivolgersi a personale medico competente.

Con particolare riferimento agli animali, oltre a quando sopra detto, è molto frequente il contagio per INGESTIONE, spesso conseguente al brucare l’erba (cavalli, bovini,ecc) o semplicemente all’annusare il terreno (gatti, cani, ecc) o all’ingestione delle larve da parte dell’animale, anche per semplice curiosità: sintomi frequenti sono rappresentati da eccesso di salivazione, vomito, diarrea, inappetenza , e possono portare se sottovalutati o non curati anche al soffocamento. Tali sintomi devono immediatamente farci insospettire e richiedono un consulto veterinario.

Come difenderci? Come salvaguardare noi stessi e l’ambiente? Diverse sono le tecniche, le strategie ed i mezzi utilizzabili. Tra questi pare opportuno ricordare: ENDOTERAPIA consistente nell’immettere sostanze insetticide direttamente dentro l’albero; TRAPPOLE MECCANICHE che utilizzano i Ferormoni ossia sostanze chimiche rilasciate dalle femmine del bruco durante il periodo dell’accoppiamento e che sembrano non risultare tossiche per l’uomo; DISTRUZIONE MECCANICA DEI NIDI; LOTTA BIOLOGICA mediante l’uso di prodotti a base di Bacillus Thuningienis Kurstaki (un batterio che paralizza i centri nervosi di molte specie di bruchi) e LOTTA CHIMICA utilizzando sostanze quali il Diflubenzuron e il Carbaril.

Queste due ultime tecniche sono effettuate tramite la diffusione area specie attraverso atomizzatori di ultima generazione. 

(Le informazioni sopra riportate hanno solo scopo illustrativo e provengono da siti Internet di pubblico accesso)

LE ZANZARE ISPIRANO LA COSTRUZIONE DI PICCOLI ROBOT

Secondo una notizia ANSA  del 5 giugno 2012 uno studio di Dave Hu, dell’Istituto di Tecnologia della Georgia (USA),  relativo alla costruzione di minuscoli robot volant,  sarebbe stato ispirato dal modo in cui le zanzare riescono a sopravvivere alla collisione con le gocce di pioggia durante il volo. Secondo tali studi, infatti, i “corpi leggeri delle zanzare le aiutano a sopravvivere alla collisione mentre il loro esoscheletro contribuisce ad assorbire una parte della forza d’urto”.
E’ ancora una volta confermato il fatto che la resistenza delle zanzare alle gocce d’acqua (e ai liquidi in generale) è molto elevata  ed è proprio per questo motivo che la maggior parte dei  sistemi e metodi di lotta alle zanzare , Comune e Tigre,  sono molto spesso inefficaci (come ad esempio  le ormai obsolete “pompe a spalla”).
Uno metodo e  un attrezzo realmente efficaci (in grado cioè di raggiungere l’obiettivo prefissato)  ed efficienti (massimo risultato con il minimo sforzo) sono oggi quelli capaci di  nebulizzare una soluzione insetticida in piccolissime gocce, tali da non permettere all’insetto di trovare una “via di scampo” e di rimanere  avvolto in una “bolla asfissiante”. Tutto ciò deve avvenire ovviamente nella massima sicurezza e praticità d’uso.
Proprio nella consapevolezza della fragilità dei metodi di lotta agli insetti fino ad oggi in commercio e grazie ad una pluriennale esperienza nel settore è stato ideato, e ora commercializzato Soffy, il primo nebulizzatore per un trattamento “fai da te”.  Riusciranno un giorno a costruire un robot volante  in grado di sfuggire a Soffy?

Offerta del mese

Scoprite ora l’offerta del mese! info@soffy.it

Soffy: Abbiamo la soluzione contro la zanzara tigre

Abbiamo la soluzione contro la zanzara tigre

Di insetti ce ne intendiamo

Viviamo a ridosso del delta del fiume Po in terre che per secoli hanno lottato contro le acque salmastre e paludose. La meravigliosa zona in cui viviamo oltre ad una natura unica in Italia ed una vegetazione rigoliosa, comporta anche alcuni spiacevoli inconvenienti come la presenza di molte zanzare e vari insetti fastidiosi.

Ampia diffusione e adattabilità

Negli ultimi anni questi insetti, unitamente ad altre specie di recente importazione, si sono adattati perfettamente alle condizioni cittadine, tanto che anche le grandi metropoli sono ogni estate in piena emergenza .

Esperienza

La nostra esperienza e conoscenza dei metodi di disinfestazione ha dato lo spunto all’ideazione di questa semplice ma efficace innovazione che abbiamo chiamato Soffy

PROBLEMA ZANZARA TIGRE?

 

PROBLEMA ZANZARA TIGRE?

LA ZANZARA TIGRE INFESTA LA CASA ED IL GIARDINO…………

SOLUZIONE?

 

..ATOMIZZALA CON SOFFY !
 

Riprenditi il tuo verde grazie a Soffy

Riprenditi il tuo verde! Soffy ti aiuta a proteggere il giardino e la casa dai fastidiosi insetti estivi…. www.soffy.it

IL MENU’ DELLE ZANZARE

Non ci crederete ma le zanzare hanno i loro gusti “alimentari. Sarà capitato a chiunque infatti di osservare che in gruppo di persone esposte all’assalto delle  voraci predatrici alcune persone sono “colpite” maggiormente rispetto ad altre. Quale la causa di queste “preferenze”?  Simpatia? Antipatia?  Nulla di tutto questo ma semplicemente caratteristiche fisiche e genetiche di ognuno di noi. Molte ricerche e molti siti (si veda ad esempio Focus.it dell’agosto 2009) hanno riportato che solamente la zanzara femmina  succhia il sangue agli uomini e agli altri animali e ciò che le attrae  particolarmente sono soprattutto  determinati componenti chimici del nostro corpo, in primis steroidi e colesterolo  presenti sulla pelle (da non confondere con quelli del nostro sangue): gli uomini e le donne che  ne quantità minori rispetto agli altri hanno una probabilità  notevolmente inferiore di subire punture   rispetto ad altri.
Anche la quantità di anidride carbonica emessa durante la respirazione (particolarmente rilevante  in persone obese, donne incinte, sportivi),  prosegue l’articolo,  così come maggiori quantità di acido urico e acido lattico presenti nel nostro corpo, sono in grado di rappresentare un vero e proprio radar per le zanzare, anche a diversi metri di distanza. Non resterebbe quindi ai poveri “eletti” (loro malgrado) altro che rassegnarsi a costituire  il  “piatto” preferito dei fastidiosissimi e ronzanti insetti estivi.Tutto comunque può essere utile a combatterle,  dai cerotti o braccialetti alle candele, dalle lampade  ai repellenti in genere (attenzione a quelli che contengono troppo DEET avverte anche il Ministero della Sanità) ma ovviamente non sempre essi  risultano efficaci e inoltre  non sono disponibili in  tutte le occasioni. Anche la tecnologia e il suo costante progresso viene in soccorso all’uomo come ad esempio con nebulizzatori di ultima generazione,  facilmente utilizzabili, maneggevoli ed ad un costo alla portata di tutte le tasche (specie nel periodo attuale di profonda crisi economica). Essi sono particolarmente efficaci nell’ambito domestico ma ne esistono anche per spazi di maggiori dimensioni. Oltre a quanto sopra non bisogna inoltre dimenticare che le zanzare sono portatrici di alcune malattie estremamente pericolose  sia per l’uomo che per gli animali domestici (l’Aedes Koeicus può trasmettere la filariosi al “migliore amico dell’uomo”).

Zanzara tigre: allerta per il rischio Dengue

Riportiamo un interessante articolo tratto da ” Il resto del carlino ” dove si evidenzia il problema della Zanzara Tigre e le sue conseguenze che sfociano oltre al semplice fastidio.

Soffy può aiutare a prevenire i rischi di malattie tropicali che questi insetti portano con se.

Nella morsa dell’afa: malattie tropicali in agguato
Nel 2010 due casi a Reggio. Si teme anche la Chikungunya che colpì in Romagna

 Zanzara tigre

Reggio Emilia, 20 giugno 2012 – Dengue e Chikungunya. Due nomi stranieri che indicano patologie veicolate dalla zanzara tigre. Sono tipiche delle zone tropicali, dell’India o America del Sud. Malattie arrivate anche a Reggio; nel 2010, per esempio, sono stati registrati due casi di dengue.
Non a caso, dal 15 giugno, è attivo il «Piano regionale sulla lotta alla zanzara tigre e la prevenzione della Chikungunya e della Dengue». Si tratta di patologie generalmente non mortali, ma che provacano febbre elevata, dolori articolari e muscolari.

«Si possono riconoscere per l’esordio improvviso, la febbre sopra i trentotto gradi e un male fortissimo alle articolazioni — spiega il dottore Gian Luigi Belloli, Servizio Igiene e sanità pubblica dell’Ausl —. Sono malattie di ‘importazione’». Alla base di queste patologie c’è sempre una persona che è rientrata da un viaggio all’estero, per lavoro o per far visita ai parenti in patria, che è stata punta dalla ‘Aedes albopictus’, la zanzara tigre. In questo modo, al proprio rientrio, la persona ‘infetta’, diventa un serbatorio per i vettori (le zanzare tigri già presenti sul nostro territorio), diffondendo la malattia.

Il piano regionale per la prevenzione prevede «una stretta sorveglianza e la rapida segnalazione di ogni caso, anche solo sospetto». «Non esistono vaccini per la Chikungunya, ne stanno studiando uno per la Dengue — continua il dottor Belloli —. Non si tratta di malattie mortali, il problema è per gli anziani con situazioni già compromesse».
Durante l’epidemia in Romagna, nel 2007, proprio un anziano è deceduto a causa della zanzara tigre. «L’immigrazione e gli spostamenti delle popolazioni incrementano il proliferare di queste malattie virali — prosegue Belloli — ma è sempre la zanzara che fa da vettore, non esiste trasmissione tra esseri umani». Per questo è importante intervenire sulla proliferazione degli insetti, in particolare della specie ‘tigre’.

Altra patologia legata alle punture da zanzare è la ‘west nile disease’. Questa volta è trasmessa dalle zanzare comuni. «Nell’uomo la malattia si manifesta con febbre e dolori muscolari ma si verificano anche forme meningitiche, un caso su centocinqua si complica con encafalite — sottolinea il dottor Belloli —. In questo caso però l’uomo non fa da ‘serbataio’, si ammala e basta. Nel caso una zanzara lo punga, quest’ultima non viene infettata».

FONTE:

http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio_emilia/cronaca/2012/06/21/732316-afa-zanzara-tigre-prevenzione.shtml